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Anfia, Scudieri: Termina un percorso ricco di sfide e soddisfazioni

foto vavassori -scudieri
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Anfia, Scudieri: Termina un percorso ricco di sfide e soddisfazioni

Dal 2018 il numero degli associati cresciuto del 50%

Roberto Vavassori nuovo presidente dell’associazione nazionale

“Concludo il mio percorso come presidente Anfia con sentimenti forti e contrastanti: un percorso complesso ed impegnativo, ma estremamente stimolante e largamente sfidante; dall’altro la consapevolezza e l’orgoglio di aver rappresentato l’industria automotive italiana nel mondo con tutto l’impegno possibile e a volte osando anche oltre il possibile. Tra i risultati raggiunti sotto la mia presidenza voglio citarne qualcuno che mi inorgoglisce particolarmente: non solo ANFIA è sempre più vicina alle imprese, ma molte imprese si sono avvicinate e riavvicinate ad ANFIA. Dal 2018, anno in cui ho iniziato il mio mandato, abbiamo incrementato il numero di associati del 50% e tra questi siamo felici di riavere nella famiglia aziende importanti come Ferrari e Marelli. Ora, rafforzando i rapporti con l’Europa, e giocando sulla forte struttura e governance di Anfia, bisogna puntare alla competitività delle nostre imprese e governare la transizione che il mondo intero si trova a dover affrontare”.

Con queste parole il Presidente uscente dell’Associazione nazionale automotive Paolo Scudieri, apre l’Assemblea Generale degli Associati ANFIA, svoltasi a Roma nei giorni scorsi, e cede il timone a Roberto Vavassori – Chief Public Affairs Officer e membro del Board di Brembo – che torna nuovamente in carica dopo circa 10 anni, per il quadriennio 2023-2026.

Vavassori ha delineato per l’occasione quelli che saranno i tre elementi centrali del percorso evolutivo dell’industria manifatturiera, automotive in particolare: decarbonizzazione, digitalizzazione e regolamentazione.

“Dobbiamo fare un grande sforzo per riportare la razionalità e l’analisi dei dati all’interno dei processi politici –  dichiara  Vavassori. Decarbonizzazione e digitalizzazione sono percorsi avviati in tutti i più importanti mercati e nei prossimi anni accelereranno l’introduzione di veicoli innovativi sotto molti punti di vista. Dobbiamo sviluppare tutti competenze digitali spinte sia nei nostri processi industriali che nei prodotti che verranno richiesti dai clienti.

In riferimento al tema decarbonizzazione, dobbiamo specificare che, nei processi produttivi della filiera, l’energia è responsabile per quasi l’80% dell’impronta carbonica. Decarbonizzare i veicoli significa aprire l’orizzonte ai vettori energetici a bassa emissione di CO2, siano essi carburanti o energia elettrica, secondo il principio della neutralità tecnologica. E’ inoltre fondamentale investire fortemente in ricerca per superare l’attuale stato dell’arte della tecnica della propulsione elettrica ed è prioritario lo sviluppo in Italia della catena del valore delle batterie a monte delle gigafactory, per costruire un futuro meno dipendente dalla Cina (in Francia e Germania stanno già iniziando a implementare questo processo). E dobbiamo farlo perché le batterie rappresentano oltre il 50% del valore aggiunto di tutta la catena del valore del veicolo elettrico.

A livello nazionale, ANFIA si propone come interlocutore stabile e privilegiato del Governo, capace di fornire una bussola industriale e le indicazioni tecnologiche per disegnare la mappa della transizione ecologica che oggi ancora manca. Accoglieremmo con grande favore la previsione di un serio ‘Accordo per la transizione e il rilancio industriale della filiera automotive’ definito dal Governo con la ferma e convinta collaborazione dei diversi Ministeri coinvolti e coordinato, nella sua esecuzione, dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dal Ministro Urso”.

I lavori sono stati chiusi, tra gli altri, dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha confermato l’attenzione delle istituzioni verso le criticità della transizione per le imprese automotive italiane.

IL DISCORSO INTEGRALE DEL PRESIDENTE USCENTE PAOLO SCUDIERI

Sono stati anni complessi quelli di questo mio mandato in cui abbiamo affrontato l’inimmaginabile; come cittadini, come imprenditori, come filiera. Penso all’emergenza pandemica, al conflitto alle porte di casa, alla crisi energetica, agli stop produttivi forzati dalla mancanza di componenti, alla irrazionale scelta delle istituzioni europee di mettere al bando i motori endotermici. Penso agli equilibri geopolitici strategicamente sovvertiti ed ancora in via di ridefinizione ed ai 4 governi che si sono succeduti e con i quali abbiamo sapientemente saputo creare interlocuzioni e costruire collaborazioni al fine di supportare uno dei principali settori economici italiani, “l’automotive”.

L’importanza strategica per la sicurezza nazionale ed il peso che il nostro settore ha avuto ed ha in Italia in oltre 100 anni di evoluzione non hanno bisogno di essere ricordati. Siamo un settore strategico che sta affrontando la più importante e veloce rivoluzione della sua storia.

Il nostro futuro come filiera e come sistema Paese merita e necessita di forze ed attenzioni straordinarie.

Ringrazio vivamente il Ministro Urso, per la grande attenzione al settore automotive che sta già improntando il suo mandato governativo e che certamente favorirà nuove opportunità produttive che daranno nuovo smalto alla componentistica ed all’intero comparto dell’automobile. Purtroppo oggi non potrà essere con noi perché è stato chiamato a presenziare una visita di Stato che è stata posticipata all’ultimo, ma non mancherà oggi il suo personale contributo e quello del suo dicastero grazie alla presenza con noi del Sottosegretario Bitonci che arriverà a breve.

Ne approfitto per salutare e ringraziare i deputati e i senatori presenti che hanno voluto rappresentarci la loro vicinanza, così come i membri del Parlamento Europeo fortemente impegnati per la salvaguardia dei nostri territori manufatturieri.

Non v’è dubbio che l’attenzione istituzionale e governativa nei confronti della filiera automotive è cresciuta, si è concretizzata anche in un primo importante stanziamento nazionale da 8,7 Miliardi € per supportare investimenti produttivi, ricerca e innovazione sulle nuove tecnologie e per dare un impulso al mercato, e concedere ai cittadini incentivi per la sostituzione del vetusto parco autoveicolistico o per supportarli nell’avvicinamento alle tecnologie elettrificate, che non sono “rivoluzionarie” solo per chi le produce, ma anche per chi le utilizza, ricordiamocelo sempre.

Ed è per questo motivo che continuiamo a sostenere che la transizione deve avere necessariamente un approccio olistico e razionale, perché è molto di più di una rivoluzione industriale, perché sono pienamente coinvolti e forse anche loro “sconvolti” i gestori energetici, le reti di distribuzione, gli operatori logistici e di autotrasporto, le aziende del trasporto pubblico locale, le amministrazioni regionali e locali, i condomìni e i cittadini!

Parliamo di milioni di persone e migliaia di imprese che condividendo senza ombra di dubbio l’obiettivo comune di agire al più presto per la salvaguardia del nostro pianeta, sono probabilmente titubanti sulle scelte politiche del “come” raggiungere gli ambiziosi obiettivi ambientali, perché irrazionalmente l’unione europea non ha di fatto dialogato sulla sua forza industriale e sulla capacità innovativa.

La transizione è un percorso condiviso e necessario, ma deve, DEVE! essere ben governata se vogliamo esserne protagonisti come continente, come imprese e come cittadini, nel rispetto delle donne e degli uomini, della cultura e della tradizione.

Quanto fatto fino ad oggi in Europa, è una transizione più confusa che ambiziosa.

La Cina da anni ha programmato investimenti governativi e supportato le sue imprese per renderle competitive e leader nell’elettrificazione dei veicoli. Gli Stati Uniti stanno prevedendo con l’Inflation Reduction Act un piano straordinario di sostegno pubblico per le imprese che investono nella transizione verde e digitale, per colmare i gap tecnologici, senza però dare una data di scadenza alle altre tecnologie.

In Europa, invece, si è partiti stabilendo che le tecnologie a combustione interna di cui la filiera europea è leader, saranno messe al bando nel 2035 per auto e veicoli commerciali leggeri e stiamo ora discutendo se fare lo stesso per autobus e camion. In più, sulle tecnologie che si vogliono bandire si propongono nuovi ambiziosissimi standard Euro 7 che, per chi li farà, assorbiranno ingenti investimenti, magari distogliendoli dallo sviluppo dei veicoli a zero emissioni o delle tecnologie a guida autonoma e connessa.

Mentre asiatici e americani stanno governando la transizione, noi europei ci stiamo concentrando a legiferare e regolamentare, strozzando l’ingegno centenario di un settore che da anni è il primo investitore privato in ricerca ed innovazione.

Si è praticamente deciso di esporre il principale settore economico ed occupazionale alla già affermata competitività asiatica sulle tecnologie scelte per la decarbonizzazione dei trasporti ed alla inevitabile e feroce dipendenza che stiamo consapevolmente creando con loro senza aver previsto per la filiera europea nessun piano straordinario che vada oltre il rigido quadro degli aiuti di stato per il sostegno agli investimenti e la riconversione delle competenze del nostro capitale umano.

Forse con troppa leggerezza le istituzioni europee stanno assumendo il rischio di non voler gestire in maniera razionale una fase così importante della nostra storia, oppure….c’è dell’altro?

Noi non possiamo e non vogliamo arrenderci, vogliamo affrontare le sfide che ci vengono proposte, vogliamo continuare ad innovare per riuscire a trovare spazio nei nuovi equilibri industriali e mantenere alta la competitività dell’industria automotive italiana.

Ma per poterci riuscire, bisogna governare la transizione. Bisogna fare di più e meglio a livello europeo, supportati da questo Governo che ha dimostrato competenza, determinazione, identità culturale.

Dobbiamo lavorare insieme, filiere degli industriali ed istituzioni nazionali. Noi portando innovazione, esperienza, fabbisogni, il Governo adottando velocemente misure in grado di creare le condizioni per una crescita competitiva delle nostre imprese, che siano all’altezza delle sfide che stiamo affrontando a livello globale.

ANFIA con la sua storia, la sua governance, la sua indipendenza e con il suo team appassionato e competente, sempre pronto a studiare e lavorare su tutti i dossier per supportare lo sviluppo della filiera automotive italiana, è senza dubbio l’interlocutore istituzionale di riferimento per rappresentare le nostre imprese, per mettere a fattor comune le nostre esigenze e collaborare per delineare una seria e realizzabile roadmap di transizione industriale, energetica e della mobilità.

Dico questo perché in questi anni particolarmente difficili, ANFIA è stata veramente al fianco ed al servizio delle imprese, giorno e notte quando necessario, innovandosi, ampliando le attività associative e la velocità informativa sui temi di interesse della filiera.

I servizi di consulenza e formazione per le imprese si sono innovati abbracciando i nuovi domini: elettrificazione, digitalizzazione dei processi produttivi, sostenibilità, intelligenza artificiale e Cybersecurity. Abbiamo avviato anche delle collaborazioni con il Ministero dei trasporti per erogare formazione sui regolamenti internazionali sulla cybersicurezza applicata ai veicoli ai dipendenti delle motorizzazioni locali che dovranno gestire le nuove omologazioni.

Abbiamo rinnovato il nostro rapporto con Stellantis, con loro abbiamo promosso recentemente il Forum automotive ITALIA-Algeria per il mercato africano, portando alla luce le grandi opportunità di investimento per le nostre imprese.

Abbiamo sviluppato e consolidato partnership con grandi gruppi automobilistici come Volkswagen, grazie all’importante presenza sul territorio italiano della società del gruppo Italdesign, e con Renault, grazie al forte legame con il nostro Paese che dimostra sempre il suo italianissimo CEO Luca De Meo.

A Parigi presso il Technocenter di Renault 10 imprese hanno avuto l’opportunità di presentare i loro prodotti direttamente ai responsabili acquisti a livello mondo.

La scorsa settimana abbiamo organizzato in Italdesign un techday alla presenza dei responsabili dei vari brand del gruppo Volkswagen che hanno avuto modo di organizzare incontri BtoB con 25 aziende associate, per valutare un ampliamento dei volumi di acquisti di componenti e servizi da aziende italiane.

Il rafforzamento dei rapporti con gli OEM che rappresentiamo (Stellantis, Ferrari, Lamborghini che con Umberto Tossini oggi assume la Vice Presidenza di ANFIA, DR, IVECO, Piaggio, IIA, Rampini,) e le partnership promosse da ANFIA con gli altri costruttori sono finalizzate a creare occasioni per le nostre imprese della componentistica per presentare ai grandi Gruppi i propri progetti più innovativi, le proprie competenze e tecnologie e per aumentare le proprie opportunità di business.

Perché tutti i costruttori continuano ad apprezzare e cercare le imprese italiane, perché hanno propensione all’innovazione, hanno competenza e capacità manufatturiera, hanno flessibilità, capacità di visione e coraggio per puntare al cambiamento anche radicale, necessario per affrontare sfide ed opportunità poste al settore automotive.

C’è un’altra cosa molto importante che oggi nella nostra assemblea annuale voglio sottolineare perché mi inorgoglisce particolarmente: non solo ANFIA è sempre più vicina alle imprese, ma molte imprese si sono avvicinate e riavvicinate ad ANFIA.

Dal 2018, anno in cui ho iniziato il mio mandato, abbiamo incrementato il numero di associati del 50% e tra questi siamo felici di riavere nella famiglia aziende importanti come Ferrari e Marelli.

Come ho detto anche all’inizio di questo mio discorso, io ho messo impegno, entusiasmo e la passione che avevo, ma certamente un grazie va alle donne ed agli uomini di ANFIA!

Nonostante le difficoltà e la complessità dei temi che dobbiamo affrontare, sono sereno perché oggi lascio il testimone ad un amico ed una persona estremamente competente, che è stata scelta dalla nostra base associativa per prendere le redini della nostra associazione e che ha già dimostrato di saper guidare ANFIA in momenti difficili… con un monito sentito, quello di preservare ANFIA dalle ingerenze esterne e da nefasti condizionamenti.

CS ASSEMBLEA PUBBLICA ANFIA 2023 DEF