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Al via il ‘Napoli Racing Show’, in pista il presidente di Anfia Automotive

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Al via il ‘Napoli Racing Show’, in pista il presidente di Anfia Automotive

 

L’Intervista A Paolo Scudieri: «Io E La Mia Creatura Su Un Circuito Magico»

«Una passione nata quando ero piccolo vi spiego perché chiamo così le mie auto»

LA GARA CHE NON DIMENTICO? A SALISBURGO, DOVE PIOVEVA A DIROTTO: SEMBRAVA DI GUIDARE UN MOTOSCAFO

Il semaforo rosso è acceso e l’adrenalina è a mille. «Napoli Racing Show è l’opportunità attesa per una vita, correre per le strade della città più bella del mondo». Paolo Scudieri, 64 anni, industriale di successo con il rombo perennemente nelle orecchie, è seduto alla sua scrivania. Guida il Gruppo Adler, componentistica per auto: è riuscito ad espandere la sua attività in tutto il mondo. Ci mostra il libro che racconta la sua vita sportiva e per il quale l’autore, Antonio Ghini, ha trovato un titolo che dice tutto: Scudieria Ferrari. Quella “i” in più è il vero marchio di fabbrica di Paolo Scudieri. Il titolo si completa con “Paolo Scudieri e Enzo Ferrari. Una Storia inedita tra Arte e Passione”. Presidente allora ci siamo, correrà sul lungomare. «Sì, questa volta ci siamo per davvero. Facciamo gli scongiuri e da buoni napoletani accarezziamo il cornicello. Sono molto contento: il circuito sul lungomare di Napoli è il più bello al mondo». Lei ci sarà, il Ferrari challenge è la sua corsa «L’inseguimento è una gara spettacolare e molto divertente. Gli appassionati napoletani, che sono tantissimi, saranno entusiasti. Correrò con la Ferrari 488, la mia creatura».

La passione per i motori quando è iniziata?

«Da piccolissimo, appena salito sull’auto a pedali di plastica ho sentito che con il volante tra le mani ero felice. E da allora non ho più smesso. Si, io l’auto la chiamo creatura. Quando sono al volante la sento mia. Appunto, una mia creatura». E la passione per la Ferrari? «È iniziata subito. Da giovanissimo riuscii a scambiare a parità di prezzo una Lancia HF, quella di Biasion». La Elefantino? «Proprio quella. Riuscii a scambiarla, dicevo, con una Ferrari Dino 908 GT4. Mio padre di sera la vide parcheggiata sotto casa. Mi impose di restituirla subito. A quei tempi non potevo certo andare in giro con un’automobile del genere». E poi le corse, la pista. «Sì, ma prima lo studio, la preparazione. Nel 2009 ho iniziato a correre con 500 Abarth. Partecipavo alle gare in pista e anche ai Rally. Mi piaceva guidare veloce in pista ma anche in derapata. Quell’anno fu lanciato il Trofeo Abarth 500». Arrivarono le prime vittorie. «Sì, mi affiatai bene con la 500 e nel 2011 e nel 2012 vinsi l’europeo gentleman. Ebbene da quelle gare, fino ad oggi che continuo a correre, la passione è solo aumentata». La gara indimenticabile? «Ne ricordo tante. Una che mi fece salire l’adrenalina a mille è certamente quella di Salisburgo. Correvamo sul Salisburgring e pioveva a dirotto. La pista si inondò completamente. Durante le prove cronometrate perla griglia nel tratto in salita c’erano rivoli di acqua trasversali all’asfalto. Ebbene ci finivi dentro prima con le anteriori e poi con le posteriori. Insomma sembrava di essere al timone di un motoscafo. Quando arrivai al traguardo e vinsi quella gara ero particolarmente felice perché avevo guidato in condizioni al limite». E con le Ferrari? «Sicuramente la gara in notturna di Abu Dhabi. Un’esperienza incredibile con 40 macchine in pista. E come dimenticare il prologo di Le Mans, o le gare di Imola, del Mugello? Ogni pista ha il suo fascino particolare. Ognuna ti regala forti emozioni. Il pubblico di Le Mans lo senti vicino, sul rettilineo prima della curva Dunlop senti le vibrazioni della gente che acclama».

Dal pilota di auto a pilota di una grande azienda come il Gruppo Adler. «Non è mai facile subentrare all’ombra di una grande quercia come è stato mio padre Achille. Sai che ha fatto il massimo e tu devi fare qualcosa per aggiungere il tuo a quello che hai trovato. Insomma è come innestare nuovi rami su un albero fortissimo. Ci sono riuscito e questo è motivo di grande orgoglio personale. lo ai giovani dico sempre che non bisogna mai fermarsi. Anche chi eredita una situazione solida deve contribuire col suo lavoro ad innestare nuovi rami». Presidente, torniamo al Napoli Racing show. «Guardi, io sono già super carico. Penso al semaforo che si spegne e al piede sul pedale dell’acceleratore. Darò il massimo come sempre. Ma questa volta avrò il mare di Napoli accanto e questo è un moltiplicatore di impegno. Solo chi ama questa città, può capire cosa significa un traguardo sul lungomare».

DAL MATTINO. Paolo Scudieri è a capo del Gruppo Adler